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Blog di libri e letteratura d'Infanzia

La Rivista di Babsy

A mille ce n’è… Le Fiabe Sonore Fabbri e la magia che non svanisce

C’era una volta una bambina che aspettava un momento tutto suo con impazienza. Non per la TV, non per il gioco, ma per un rituale che non dimenticherà mai: infilare una cassetta nello stereo, sentire quel lieve fruscio iniziale, e poi lasciarsi trasportare da una voce calda e solenne che diceva:  
“A mille ce n’è… nel mio cuore di fiabe da narrar…”

Quella bambina ero io, e le Fiabe Sonore della Fabbri Editori erano il mio tesoro più grande. Avevo una collezione colorata, custodita con cura: cassette ordinate nelle loro custodie illustrate, copertine che sembravano quadri, e voci che non erano solo voci: erano streghe, principesse, orchi, fate. Ogni racconto era un viaggio, ogni canzone un refrain che ancora oggi mi torna in mente senza preavviso, come una madeleine sonora.
 

Le Fiabe Sonore: un piccolo miracolo editoriale

Pubblicate a partire dagli anni Sessanta dalla Fabbri Editori, le Fiabe Sonore sono state uno dei progetti più longevi e amati della letteratura per l’infanzia in Italia. Ogni volume era composto da un libro illustrato e una cassettina audio (prima ancora un 45 giri e più tardi un CD), con narrazione professionale, effetti sonori e musiche originali.

Le voce era quella di Silverio Pisu cantautore, attore, scrittore, sceneggiatore e doppiatore. Ha prestato la sua arte alla fiaba, rendendola viva, presente, vibrante. La narrazione era scandita da canzoncine orecchiabili che ancora oggi moltissimi adulti ricordano a memoria. Silverio Pisu è stato il cantastorie della mia infanza e penso che parlerò di lui presto. 

Le illustrazioni, coloratissime, spesso firmate da artisti noti, completavano l’esperienza. Ma il vero incanto stava nell’ascolto. Lì con il la mia radiolina grigia e azzurra, cominciava il viaggio
 

A mille ce n’è
nel mio cuore di fiabe da narrar.
Venite con me
nel mio mondo fatato per sognar…
Non serve l’ombrello,
il cappottino rosso o la cartella bella
per venire con me…
Basta un po’ di fantasia e di bontà.

Fiabe Sonore- Fabbri Editori

Ascoltare una fiaba: un atto di immaginazione attiva

Rispetto alla lettura silenziosa o alla visione passiva di un cartone, ascoltare una fiaba è un esercizio molto più potente. Chi ascolta deve immaginare: la voce guida, ma non mostra. La mente costruisce paesaggi, volti, scene. E ogni bambino ci mette del suo.

Ricordo ancora la sensazione di chiudere gli occhi e vedere la nonna di Cappuccetto Rosso nella sua casetta, o di seguire Pelle d’Asino nel suo nascondiglio, con addosso la pelle dell’animale magico che la proteggeva da uno sguardo crudele. Non c’erano animazioni, effetti speciali o tablet. C’era solo la mia immaginazione, i disegni fermi sul foglio del libro, libera di creare.

In un’epoca come quella di oggi, dominata da schermi e contenuti visivi veloci, forse abbiamo dimenticato la potenza dell’ascolto lento, della fiaba raccontata con voce viva. Ma è proprio in quella lentezza che nasce l’incanto.

Due fiabe nel cuore: Cappuccetto Rosso e Pelle d’Asino

Tra tutte le storie, due hanno lasciato un’impronta profonda nella mia memoria: Cappuccetto Rosso e Pelle d’Asino.

Cappuccetto Rosso era quella che ascoltavo più spesso. La voce del narratore, profonda e scandita, faceva sembrare il lupo vicinissimo. Eppure non avevo paura. Sapevo che il pericolo esisteva, ma che si poteva affrontare. Era una fiaba di coraggio, di soglie da attraversare. E forse, già da piccola, mi affascinava proprio il passaggio dalla casa al bosco, dall’infanzia all’autonomia.

Pelle d’Asino invece, era un racconto più raro, più misterioso. Una fiaba difficile, che sfiorava temi oscuri, ma lo faceva con delicatezza. La principessa costretta a fuggire, a travestirsi, a nascondersi per salvarsi — ma anche a non dimenticare mai chi era davvero. In quella fiaba sentivo qualcosa che ancora oggi mi commuove: il bisogno di proteggersi per poi, un giorno, rinascere. Era una storia di resistenza, travestimento, trasformazione.

Riascoltandola oggi, da adulta, mi colpisce la sua modernità: una protagonista che si salva da sola, che non aspetta l’eroe, che conosce la durezza del mondo ma continua a credere nella gentilezza. Forse è proprio da lei che ho imparato qualcosa che ancora mi porto dentro.
 

Pelle d'Asino-Fabbri Editore-larivistadibabsy

Pelle d'Asino-Fabbri Editore-larivistadibabsy

Oggi, con un mondo che corre, le fiabe sonore potrebbero sembrare un oggetto del passato. Ma non lo sono. Sono un patrimonio culturale ed emotivo che possiamo riscoprire, anche con i bambini di oggi. Alcune raccolte sono tornate in commercio in versione CD o audio digitale, e sono facilmente reperibili online.

Le fiabe non invecchiano, non passano mai davvero. Sono forme antiche di cura, di ascolto, di condivisione. E quando una voce racconta, e qualcuno ascolta, accade ancora oggi quella piccola magia che ci fa sentire al sicuro.

E tu? Quale fiaba sonora della tua infanzia ricordi con più affetto? Ti è mai capitato di ritrovarti in una storia come questa?
Scrivilo nei commenti: mi piacerebbe creare un piccolo spazio di memoria condivisa, dove le fiabe tornano a vivere grazie ai nostri ricordi

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