5 Aprile 2025
In un mondo dominato da tecnologia, social network e stimoli digitali continui, raccontare fiabe può sembrare un’attività fuori dal tempo. Eppure, le fiabe classiche restano un pilastro insostituibile per la crescita emotiva e psicologica dei bambini. Queste storie, tramandate da secoli, parlano con un linguaggio simbolico e universale, capace di affrontare temi profondi come la paura, il coraggio, l’ingiustizia e la speranza.
Le fiabe non sono semplici racconti fantastici: rappresentano vere e proprie mappe emotive, che aiutano i piccoli lettori a esplorare e comprendere se stessi. L’eroe che supera mille prove, l’orco o la strega che incarnano paure astratte, il lieto fine che rassicura: ogni elemento ha un significato che va oltre la storia.
Negli ultimi anni, molte fiabe tradizionali sono state rivisitate in chiave contemporanea, adattandosi alle nuove sensibilità sociali. Cappuccetto Rosso, ad esempio, può diventare una bambina coraggiosa e autonoma, in grado di difendersi da sola. Cenerentola può scegliere di non sposare il principe, ma di realizzarsi con le proprie capacità.
Queste riscritture conservano la struttura archetipica della fiaba – il viaggio, la prova, il ritorno – ma offrono nuovi modelli positivi per i bambini di oggi. La narrazione si apre così a temi come la parità di genere, l’inclusione, l’empatia e la libertà di scelta.
Raccontare fiabe non è solo leggere una storia, ma creare un’esperienza condivisa. È fondamentale scegliere il racconto in base all’età del bambino. Per i più piccoli (2-4 anni), meglio preferire storie brevi e semplici, con trame lineari e personaggi facilmente riconoscibili.
A partire dai 5-6 anni, si possono proporre fiabe più complesse, con intrecci narrativi più ricchi e personaggi dalle sfumature emotive più marcate. Il tono della voce, le pause, le espressioni del viso del narratore rendono la narrazione un momento affettivo, oltre che educativo.
Le fiabe rappresentano anche un prezioso strumento di comunicazione tra adulti e bambini. Dopo la lettura, lasciare spazio a domande e riflessioni aiuta il bambino a rielaborare quanto ascoltato. Chiedere: “Cosa avresti fatto tu?” o “Chi ti è piaciuto di più?” stimola il pensiero critico e il confronto con le emozioni.
Inoltre, attraverso il gioco simbolico o il disegno, i bambini possono esprimere vissuti profondi in modo creativo e protetto. Le fiabe diventano così un linguaggio condiviso per affrontare emozioni difficili, timori, desideri.
Le fiabe classiche non sono soltanto parte del nostro patrimonio culturale: sono strumenti vivi e attuali. Raccontarle oggi significa offrire ai bambini non solo immaginazione, ma anche strumenti interiori per affrontare la complessità del mondo.
In un’epoca che corre veloce, le fiabe mantengono la loro funzione originaria: aiutare i bambini a crescere, comprendere e immaginare. E il loro potere – quello di trasformare la paura in coraggio, il buio in luce – resta più attuale che mai.